Assemblea Generale 2014

  • 11-06-2014

IMG_20140523_110129Mercoledì 28 maggio sì è svolta l’Assemblea Generale annuale della Spedimar nel corso della quale la Presidente Gloria Dari ha esposto la Relazione Morale dell’anno 2013. Dari ha fatto un’ampia disamina della congiuntura economica di settore nazionale e locale, illustrando al contempo ai presenti le dinamiche internazionali e le politiche Armatoriali. Ha poi presentato agli Associati un resoconto dell’attività svolta dall’Associazione nel corso dell’anno passato.

«I dati congiunturali nazionali sul trasporto merci 2013 rilevati dal Centro Studi Confetra mostrano l’arresto del trend negativo del traffico delle merci, anche se la positività dei dati risulta essere modesta. Il leggero recupero inoltre è stato trainato dagli scambi con l’estero (nel trasporto marittimo di container principalmente, ma anche nel trasporto stradale internazionale e nel trasporto aereo), mentre la domanda interna è rimasta debole.

Per quanto riguarda i volumi movimentati nei maggiori porti italiani il dato positivo con aumenti di maggior rilevanza, in campo liner, ha riguardato principalmente Trieste e Ravenna, seguiti da La Spezia. Non è casuale, in quanto in entrambi i due porti dell’Adriatico sono state adottate politiche incisive, sia per le opere infrastrutturali che per i collegamenti viari.

Per quanto concerne Livorno, sempre in campo containers i dati significativi per avere contezza della reale situazione sono quelli che escludono i trasbordi, poiché solo quelli sono i dati che indicano la merce effettivamente imbarcata: Secondo i dati forniti dall’Autorità Portuale circa il movimento dei contenitori nel nostro scalo, il totale espresso in TEU è di 527.348 e dunque + 4806 Teus, vs. 2012, corrispondenti ad una differenza percentuale assoluta di + 0,9%. Questo dato comprende i vuoti che “segnano” un -6,2% allo sbarco ed un rimarchevole + 27,4% all’imbarco. Dalla lettura di questi dati, il movimento totale va in positivo solo includendo i vuoti e gli stessi vengono sbarcati sempre meno a Livorno (-6,2%) ed invece re-imbarcati sempre di più.

Lo stesso se guardiamo i dati per quanto riguarda il movimento contenitori escluso trasbordo ma espressi in “pezzi”, cioè contenitori 20’ e 40’: qui si riscontra un totale di 303.128 vs 2012, corrispondenti ad una differenza (in percentuale) assoluta di +0,3%. Ma i vuoti sbarcati segnano un -6,2% ed un + 30,9% all’imbarco.

Il dato definitivo è dunque in positivo (+1,8%) poiché comprende i trasbordi ed i vuoti.  Inoltre se sommiamo il tutto ad anni di segno meno, anche con un +1,8 non recuperiamo neanche sul 2012, quando la perdita nel settore containers è stata di – 13,2% vs 2011.

Questi i dati letti da un punto di vita obiettivo sui traffici del nostro porto nell’anno passato. Anno che è stato caratterizzato da alcune scelte armatoriali importanti e che certo non sembrano far intravedere una speranza al nostro porto per potersi risollevare tanto presto. Tutto quanto sopra descritto infatti non può certamente prescindere dalle dinamiche internazionali e dalle politiche armatoriali, che vado ad illustrare.

In campo liner tutti i più importanti gruppi armatoriali del mondo, in servizio di linea sui principali mercati di riferimento per l’Europa e per l’Italia, al fine di raggiungere l’obbiettivo di economie di scala ed una miglior (ridotta) incidenza di costo/TEU, hanno investito in nuove portacontainers con portata sempre maggiore, per poter ridurre l’incidenza dei costi di gestione globali. Questa politica ha condotto e conduce ad un sempre maggior numero di accordi VSA (Vessel Sharing Agreement) sui principali trades e tra i principali armatori. Oggi le più importanti concentrazioni di servizi ed accordi operativi VSA sono presenti sui mercati principali: FAR EAST – ASIA/EUROPA E PACIFICO, USA, SUD-AMERICA. Fatto già previsto (e prevedibile) sin dal 2011-2012, anni in cui abbiamo segnalata più volte la tendenza economica globale nello shipping, in campo liner.

Le scelte e gli investimenti effettuati dagli armatori sono dettati dalle dinamiche internazionali e dalla situazione di crisi, per cui è vitale realizzare le economie di scala che consentano una riduzione di costi da un lato ed una maggior efficienza operativa dall’altro. Ciò ha condotto anche alla demolizione di molte unità navali, non più adeguate al sistema globale, ed alla messa in disarmo di molte navi di dimensioni più contenute. La lieve ripresa che, in base alle valutazione OCSE, si prospetta sui mercati principali (CINA/FAR EAST, USA), non farà che confermare il trend operativo e di investimenti dei principali gruppi armatoriali.

Nel corso del 2013 si è avuto l’annuncio dell’alleanza P3 (MAERSK, MSC, CMA-CGM) e Spedimar è stata la prima ad attivarsi, richiedendo un incontro ad hoc all’ Autorità Portuale. Mentre si sperava nel diniego ad operare da parte di FMC (cosa sulla quale ho sempre espresso molti dubbi: si vedano tutti i miei interventi pubblici), che invece ha autorizzato l’alleanza, pur ponendo i limiti di controllo e monitoraggio previsti dalle normative, adesso P3 è pur sempre in attesa del placet da parte delle Autorità Cinesi, mentre in Europa è una mera questione di organizzazione interna del Consorzio, pur sempre sotto la lente della Commissione Europea. Alcuni analisti di settore ritengono che ci potrebbero ancora essere delle questioni da sciogliere con l’Autorità per la Concorrenza della Germania.

Adesso, l’inizio dell’operatività del Consorzio P3 è attesa in autunno 2014. Come sappiamo, se confermato, ciò condurrà all’esclusione del nostro scalo dal servizio diretto USA: storico e fondamentale traffico di Livorno, proprio per le politiche armatoriali evidenziate prima, nella nostra analisi.

Di contro, la decisione del Consorzio CHKYE, che ha recentemente escluso il porto di Livorno dalla toccata diretta sul trade FET/SEA cancellando il “loop” MD3, ci ha visti molto attivi con le Istituzioni e in tutte le sedi deputate, per cercare di scongiurare l’ennesima erosione di traffici per il nostro scalo.

Con P3 e CHKYE perdiamo servizi diretti sui principali Mercati Internazionali dove (come abbiamo visto) sono in atto e sono attese le principali riprese economiche, a livello globale.

Nello scenario globalizzato con cui ci confrontiamo, i più grandi Gruppi Armatoriali (Alleanza G6 e le succitate), concentrano gli scali in porti selezionati, per livello ed efficienza di servizio, oltre che per infrastrutture.

Notizie recenti (così come apprendiamo dalla stampa) riguardano l’alleanza tra UASC e CSCL (denominata P2) sul trade FET/SEA e la nuova collaborazione tra ZIM ed HAPAG, quest’ultima un dato positivo per il nostro porto, sul trade USA.

L’ analisi dei dati, mai avulsa da una più generale conoscenza dei mercati e delle situazioni internazionali riferite all’evoluzione delle flotte Armatoriali sui principali mercati di riferimento per il nostro Paese, fa dunque percepire in modo oggettivo il distacco del più importante porto della Toscana, Livorno, dai suoi più diretti concorrenti liguri. I porti più diretti concorrenti, nel Tirreno, sono riusciti infatti ad incontrare la domanda dei più importanti Gruppi Armatoriali, le cui politiche tendono a raggiungere economie di scala, sia utilizzando unità navali sempre più grandi, sia ottimizzando l’utilizzo di mezzi di trasporto (ferrovia) che consentano margini di competitività anche da e per aeree geografiche distanti e che, tipicamente, dovrebbero invece essere attratte su Livorno.

Nell’ attuale scenario del traffico globalizzato,  la  parte dell’ “inland leg” (la porzione di trasporto da punto interno italiano al porto), ha acquisito più importanza che nel passato ed oggi la concorrenza tra i porti non si basa più solo sulla capacità di servizi offerti (terminal con fondali adeguati ed attrezzature terminalistiche in grado di garantire tempi di carico/scarico delle merci ), sulla velocità di maneggio delle merci, e su un supporto tecnologico ed informatico che permetta l’esecuzione delle operazioni in tempi brevi e una razionalizzazione e semplificazione delle varie adempienze burocratiche richieste (sanitario, dogana etc), ma anche sulla capacità di offrire soluzioni competitive nei collegamenti “inland”.

L’ efficienza del sistema logistico e dunque dei collegamenti ferroviari con le maggiori aree produttive Toscane, Umbre, Centro-Italia, ma anche dell’Emilia-Romagna e Tri-Veneto, è indubbiamente un elemento di competitività, che potrebbe consentire al porto Regionale della Toscana un recupero dei traffici, incrociando l’interesse economico regionale e delle imprese della Regione. I collegamenti ferroviari efficienti, consentono, da un lato un notevole abbattimento dei costi e dei tempi di trasferimento delle merci: aspetto di fondamentale importanza per le imprese e le aziende di produzione, ma, dall’altro, anche un’importante azione di riduzione di emissioni CO2 ed una politica in linea con quelle dell’Unione Europea, in materia di trasporti sostenibili.

I dati analizzati, sui mercati globali e sul mercato nazionale, indicano con tutta chiarezza che, a fronte di una se pur moderata ripresa dei traffici in vari settori merceologici e sui trades di riferimento del nostro paese, il Porto di Livorno sconta ritardi enormi sia nell’adeguamento delle infrastrutture che nella prassi operativa, in assenza di una visione di “sistema porto”, inserito e parte vitale di un sistema logistico più complesso. Da qui la perdita di linee dirette su mercati di fondamentale importanza ed una necessaria e immediata azione a difesa e recupero dei traffici.

La dimensione locale e l’attività associativa.

Nel corso del 2013 l’attività dell’Associazione è stata come sempre intensa e condotta dallo scopo fondamentale, che sta alla basa della sua stessa esistenza: rappresentare gli interessi delle Imprese di Spedizioni, di fronte a tutte le Istituzioni, Enti, Associazioni di Categoria, Sindacati ed anche al loro interno per il tramite di nostri rappresentanti, a livello locale, regionale e nazionale.

Tutto ciò con lo stesso spirito combattivo, di presenza e di influenza e pressione nei confronti dei soggetti interlocutori, che ha contraddistinto l’azione della Spedimar anche negli anni passati. E’ pur tuttavia innegabile che oltre a certi limiti la nostra azione non può andare, ci sono ancora decisioni che ci riguardano molto da vicino che purtroppo continuano ad essere prese spesso senza il nostro consenso o apporto. Ciò che voglio mettere in chiaro è che noi non cesseremo mai di far sentire la nostra voce. Ritengo comunque che la nostra non debba essere una voce unica, un’azione solitaria: sono infatti fermamente convinta che il cluster portuale livornese debba fare sistema.

Passo dunque ad illustrare la nostra attività nei confronti dei singoli interlocutori.

Come ogni anno i rapporti con l’Autorità Portuale sono stati continui su tutti i fronti di interesse della categoria e della portualità. Ovviamente oltre all’impegno personale di Roberto Alberti che per tutto il 2013 ha continuato a rappresentare la Spedimar in Comitato Portuale e di Massimo Pucciani che come sapete ci rappresenta in Commissione Portuale. Dal 2014, sono subentrata, in qualità di Presidente Spedimar, in Comitato Portuale.

In Particolare Spedimar nel 2013, oltre alla consueta attività di analisi, segnalazione e monitoraggio delle varie questioni in sospeso da anni, si è adoperata per porre all’attenzione dell’Autorità Portuale alcune questioni principali: Centro Servizi, Scanner, PED ed i problemi di congestionamento del Varco Valessini e conseguente richiesta di ri-apertura del Varco Zara. Inoltre ci siamo fatti promotori di incontri volti ad affrontare, insieme alle altre Associazioni di Categoria di operatori portuali, la sopra citata questione “P3” ed abbiamo sollecitato in ogni modo possibile l’Autorità Portuale per capire quali misure potessero essere attuate per scongiurare una perdita di traffici che rischia una volta per tutte di compromettere seriamente la vita del nostro scalo.

Poiché riteniamo che sia anche grazie ad una collaborazione ed un impegno reciproco tra gli operatori e gli Enti di controllo che possano essere fatti progressi nella direzione di velocizzazione delle procedure, nel corso dell’anno passato abbiamo deciso di intraprendere un’azione precisa e decisa nella relazione con i vari Enti frontalieri. Abbiamo stabilito infatti di svolgere una serie di incontri tra la Spedimar e le Direzioni dei singoli Enti di Controllo. Oltre ad aver proseguito la pratica degli incontri periodici bilaterali con la direttrice dell’USMAF Dottoressa Graziadei, con la quale abbiamo un costante e costruttivo scambio di opinioni e informazioni di reciproca utilità, abbiamo incontrato la dottoressa Tasselli Direttrice del Veterinario, il Direttore Fitopatologi, Dott. Russu ed il Direttore di Agecontrol Dott. De Donno. Gli incontri con gli Enti hanno avuto un duplice scopo.

Il Primo, sottoporre a ciascun Ente le varie problematiche che ci sono state evidenziate da diversi nostri Associati i quali hanno riscontrato notevoli ritardi nello svincolo della merce sottoposta a controlli da parte degli Enti.

Il Secondo scopo era quello di sondare la loro disponibilità a partecipare ad un tavolo di lavoro, da noi organizzato, alla presenza tutti gli altri enti, al fine di riuscire a trovare una collaborazione generale per snellire, velocizzare, ottimizzare le diverse procedure ispettive trovando un coordinamento tra i vari enti. Ebbene, tutti gli Enti interpellati hanno dato piena disponibilità a partecipare al tavolo di coordinamento, tavolo che si è svolto un mese e mezzo fa e di cui renderemo conto nella relazione del prossimo anno.

Costanti sono stati anche i rapporti tenuti durante tutto l’arco dell’anno con la Dogana di Livorno alla quale non abbiamo mai mancato di rappresentare le varie problematiche che via via ci sono state segnalate dei nostri Associati. Lo stesso è avvenuto con i Terminal.

Da citare inoltre gli ottimi rapporti, sempre improntati al rispetto ed alla collaborazione reciproca, con le Organizzazioni sindacali che però purtroppo, sono stati molto frequenti Dico purtroppo perché anche nell’anno passato molte nostre aziende hanno fatto richiesta della cassa integrazione in deroga, per la quale è necessario un accordo con i Sindacati.

Per quanto riguarda i nostri rapporti con le Istituzioni segnalo che con la Provincia abbiamo avuto contatti principalmente in materia di Formazione.

Abbiamo cercato invece un filo diretto con la Regione per rappresentare in quella sede lo status quo del porto di Livorno. A ottobre abbiamo avuto un incontro con l’Assessore Regionale ai trasporti, Ceccarelli al quale abbiamo presentato un documento-fotografia di cosa accade nel nostro scalo, dei motivi che ci hanno condotto ad una perdita di competitività rispetto ad altri porti di altre regioni italiane. Oltre ad illustrare i dati socio-economici a testimonianza dell’importanza e del peso del nostro settore nell’economia nazionale, che poi si riflettono a caduta anche sull’economia regionale e quindi locale, nel documento è stata sottolineata la comparazione tra il nostro scalo ed i porti vicini a noi concorrenti. In conclusione ho segnalato tutte le esigenze più urgenti del nostro Porto con particolare enfasi sui dragaggi e sui collegamenti ferroviari, aree di intervento in cui la Regione può svolgere un’azione diretta ed efficace. La Regione Toscana ha mostrato attenzione, interesse e sensibilità per le richieste, che mirano esclusivamente al rilancio dell’economia, a talune semplificazioni, ad investimenti nell’interesse dei traffici di merce ed al recupero di competitività.

Cito un passaggio del documento: “Crediamo che la Regione Toscana possa intervenire sulle politiche di sviluppo, sulle politiche progettuali e “del fare” nel mettere in atto tutte gli oramai urgentissimi interventi sulle infrastrutture. Livorno è il porto regionale della Toscana e la mancanza di interventi adeguati, su più fronti, per la riqualificazione e la competitività del porto stesso, sta causando l’emarginazione del porto di Livorno e la sua estromissione dai più importanti “trades” di merci e passeggeri. Ma riteniamo molto importante anche un diretto intervento della Regione sui collegamenti ferroviari del porto di Livorno, al fine di consentire adeguati servizi intermodali da / per le principali direttrici di traffici commerciali ed affinché il porto più importante della Toscana sia messo di nuovo in grado di attrarre i traffici toscani e delle Regioni limitrofe, senza che questi vengano instradati su La Spezia o addirittura su Genova, perdendo così buona parte della ricaduta economica nella nostra Regione.

Vediamo dunque una totale rispondenza tra l’interesse della Regione e quello locale del porto di Livorno e degli operatori e pensiamo che, insieme, si possa incidere materialmente ed in termini significativi sull’ efficienza dei collegamenti. Peraltro i progetti Europei (vedi Ten-T), dovrebbero aiutare in tal senso.

In ultimo, sottolineiamo che il decremento dei traffici che affligge il porto di Livorno, oltre a ripercuotersi – come è ovvio – sul tessuto economico e sociale della Provincia e della Regione, provoca un nocumento non trascurabile, riferito al mancato incasso di tasse erariali (diritti portuali, sia sulle merci in entrata ed in uscita, e tasse di ancoraggio).

Riteniamo dunque che ci debba essere un intervento urgente al fine di recuperare traffici e linee di navigazione, che apportino il necessario volume di movimentazioni, che, per caduta, come abbiamo visto, producono un notevole moltiplicatore locale e regionale, sia in termini di reddito che in termini di occupazione”.

Infine, in merito alla Camera di Commercio, ricordo che dato che nel 2013 terminava il mandato del Consiglio Camerale e della presidenza di Roberto Nardi, La Spedimar si è quindi adoperata per far sì che nel nuovo Consiglio sedesse nuovamente un suo rappresentante: cosa che poi è avvenuta ed anzi, abbiamo anche potuto confermare la presenza Spedimar in Giunta Camerale, con Roberto Alberti.

Formazione

Ormai la formazione per la Spedimar è diventata un punto fermo, un impegno costante, voluto già dal mio predecessore e dal Consiglio Direttivo. Impegno che è dunque proseguito anche nel corso dell’anno passato.

L’obiettivo che ci siamo prefissati è duplice: da una parte riuscire a fornire alle Imprese nostre associate un costante aggiornamento – ed in alcuni ambiti particolari anche formazione – e la riqualificazione dei propri dipendenti. Dall’altra, essere promotori di corsi di formazione professionale destinati a tutti coloro, specialmente ai giovani, che intendono intraprendere un percorso lavorativo nel settore della logistica, fornendo loro competenze specifiche per operare in imprese moderne ed in continua evoluzione.

Per quanto riguarda la riqualificazione del personale dipendente delle nostre Aziende associate, la Spedimar ha portato a compimento il progetto formativo finanziato dal fondo Forte: il “Logistic Skill Training”. Abbiamo inoltre preparato e presentato al For.Te un nuovo progetto la cui approvazione è arrivata infine nel corso dell’anno corrente.

Per quanto concerne la formazione vera e propria, nel 2013 sono molteplici i bandi a cui abbiamo partecipato e che abbiamo vinto: Un corso IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore) dal titolo “Tecnico Superiore della Logistica Integrata / Logitec” con 450 ore di aula e 350 ore si stage svolte prettamente in Aziende nostre associate; il corso “SPEDIMER -Tecnico dell’organizzazione di processi di spedizione della merce”, rivolto alla Provincia di Pisa (dove noi abbiamo diverse imprese associate) che ha coinvolto 10 allievi per un totale di 620 ore ripartite in 400 ore di aula e 220 ore di stage, sempre in nostre Aziende associate; Spedimar ha inoltre partecipato alla progettazione di un progetto della Regione Toscana, il “Progetto ARCHIMEDE – Formazione e Riqualificazione Risorse Umane del Sistema Portuale e Logistico Integrato”. Tale progetto prevede molteplici offerte formative per il personale già impiegato nei vari settori della logistica. Ancora: la nostra Associazione ha partecipato ad un bando per un progetto transnazionale (PoLoMoc – Porti e Logistica: mobilità per crescere) che prevede l’invio all’estero di dipendenti e titolari di azienda, per una maggiore conoscenza dei mercati esteri. La Spedimar partecipa anche – come soggetto sostenitore – ad un progetto regionale finalizzato al recupero dei lavoratori, sia in mobilità, che in cassa integrazione.

Infine vorrei ricordare la Convenzione che abbiamo firmato con l’Istituto Vespucci attraverso la quale docenti titolari di Aziende nostre Associate hanno tenuto lezioni presso l’Istituto (che sono proseguite anche nell’anno in corso) su materie specifiche legate a tutte le attività delle spedizioni internazionali, al fine di offrire un inquadramento generale del settore logistico-portuale ai ragazzi che frequentano l’indirizzo di Logistica all’interno dell’Istituto. L’intento era – ed è – quello di contribuire alla formazione di studenti e cittadini protagonisti dello sviluppo economico del territorio qualificati nell’ambito delle professionalità della distribuzione e della “filiera” economica logistica (portuale – interportuale- aeroportuale) operando anche mediante la sperimentazione di nuove modalità didattiche e lo svolgimento di attività integrative, prevedendo l’utilizzazione di risorse e servizi esterni ed eventuali collaborazioni in attività di ricerca in campi di comune interesse.

Per tutto quanto sopra, l’Associazione ha collaborato direttamente con autorevoli
agenzie formative (CSP-BIC, SFERA, CSA), Enti Locali (Provincia di Livorno, Autorità Portuale di Livorno) e con l’Università di Pisa, sia per la stesura dei programmi e dei piani formativi dei corsi in questione, sia fornendo docenti qualificati e competenti per le materie più tecniche.

Ll fine è sempre quello di facilitare l’inserimento professionale dei giovani in un settore in tanto differenziato ma allo stesso tempo fornire anche un servizio alle Imprese a cui offriamo la possibilità di impiegare personale sempre più qualificato.»

A conclusione del suo Intervento, la Presidente Dari ha infine ricordato il grande impegno dei componenti del Consiglio Direttivo e delle Commissioni di Lavoro nell’attività dell’Associazione ogni volta che è stato necessario – anche con la partecipazione a varie riunioni nei diversi settori affrontando le diverse e numerose problematiche inerenti l’operatività dello nostro Porto – a livello locale ma in alcuni casi anche in attività a livello Nazionale, con particolare menzione per Roberto Alberti che è membro del Consiglio Direttivo e del Comitato di Presidenza di Fedespedi, in qualità di Vice Presidente della Federazione, oltre che della Giunta di Confretra.

Ha menzionato l’impegno di Giorgio Zingoni che anche nell’anno passato si è occupato della formazione e quindi è stato promotore di tutte le iniziative in questo campo partecipando ed organizzando incontri e riunioni per la messa a punto dei vari progetti formativi già illustrati.

L’Assemblea si è conclusa come di consueto con la Relazione del rendiconto finanziario, che è stato approvato, e che ha visto anche per il 2013 una chiusura in attivo.

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